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Social media, il riscatto del tempo perduto

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I social media sono visti spesso come uno strumento di alienazione, che trattiene i giovani a casa invece di farli uscire e ad avere rapporti virtuali invece che reali. Falso, afferma Zeynep Tufekci, docente di internet e società al Berkman Center dell’Università di Harvard.

Secondo Zeynep Tufekci gli utenti dei social media hanno mediamente una maggiore socialità anche nella vita reale, e che Facebook e Twitter permettono di estendere la propria rete di conoscenze: sia per stabilire nuovi contatti, sia per mantenere quelli con persone lontane. Viceversa, non risulta che persone normalmente predisposte alla socialità abbiano compromesso queste capacità a causa dei social media.

Anzi, in realtà i social network sono un rimedio ai veri ostacoli che rendono difficile la socializzazione: vita isolata in piccole abitazioni periferiche, orari di lavoro prolungati, lunghi spostamenti e, soprattutto, la televisione, il medium ancora dominante a livello mondiale e il vero strumento di alienazione sociale.

In genere – precisa la Tufekci – la scelta non è fra i social media e una passeggiata in piacevole compagnia in un ambiente naturale o di interesse storico: la scelta è per lo più fra i social media e la televisione. Per l’adolescente disadattato, che passa giorni e notti con la faccia attaccata allo schermo, Facebook non è la causa del disagio, ma un tentativo di soluzione. Insomma, è uno strumento di comunicazione che si aggiunge a quelli tradizionali, non li sostituisce.

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