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Innovazione, l’energia che serve alle rinnovabili

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Senza innovazioni, le energie rinnovabili non sono sostenibili dal punto di vista economico né efficaci da quello ambientale. Lo spiega Roberto Deambrogio, responsabile Sviluppo Business di Enel Green Power, nell’intervista concessa a Class CNBC TV sulla geotermia

Se c’è un tema dal quale dipende la possibilità di costruire un futuro migliore per tutti, è quello dell’innovazione. Di qualunque settore si parli, infatti, l’impegno a cercare nuove soluzioni e la capacità di svilupparle sono elementi essenziali a garantire risultati sempre più efficaci e in grado di produrre benefici per tutti.

Per chi, come me, lavora nel campo dell’energia, parlare di innovazione significa affrontare una sfida decisiva per le sorti del pianeta. Mi riferisco in particolare al settore delle energie rinnovabili, il cui sviluppo è determinante per fornire alla popolazione mondiale l’energia sufficiente alla propria crescita economica e sociale nel pieno rispetto dell’ambiente.

E qui sta, a mio avviso, il vero nocciolo della questione. Perché senza innovazione, le rinnovabili non sono né sostenibili dal punto di vista economico né sufficientemente efficaci da quello ambientale. In poche e crude parole, senza innovazione le rinnovabili non funzionano. Esemplare, in questo senso, l’intervista concessa recentemente da Roberto Deambrogio, responsabile Sviluppo Business di Enel Green Power, all’emittente televisiva Class CNBC, in cui illustra le innovazioni prodotte da EGP nel campo della geotermia.
Un settore che, soprattutto per l’Italia, riveste un’importanza strategica fondamentale visto che il nostro Paese (e segnatamente la Toscana) ne è leader riconosciuto a livello internazionale.

Dopo aver brevemente spiegato in cosa consiste la geotermia, Deambrogio descrive anzitutto le tecnologie sviluppate da Enel per quanto riguarda la bassa entalpia, ossia la possibilità di produrre energia da falde acquifere o da vapori che non hanno temperature particolarmente elevate. Senza entrare in dettagli tecnici (peraltro spiegati con grande semplicità e chiarezza nell’intervista), mi limito a sottolineare come la bassa entalpia aumenti considerevolmente le possibilità di sfruttamento geotermico.

Ma ancora più significativi sono i risultati ottenuti da Enel Green Power per quanto riguarda delle emissioni. Infatti, anche se la geotermia è a tutti gli effetti una fonte rinnovabile, non per questo non produce emissioni. Perché oltre ad acqua calda e vapore, nel sottosuolo si trovano anche diversi gas che, se rilasciati nell’atmosfera producono effetti dannosi. Ebbene, EGP ha sviluppato una tecnologia capace di abbattere le emissioni del 90%, oltre a un brevetto riconosciuto a livello mondiale (AMIS, acronimo di Abbattimento Mercurio Idrogeno Solforato) per eliminare i danni prodotti da mercurio e idrogeno solforato, presenti nel sottosuolo in gran quantità.

Non solo, perché le falde acquifere da cui viene ricavata l’energia mantengono immutato il loro potenziale, visto che le ultime ricerche hanno confermato che la loro portata è identica a quella rilevata negli anni ’60. Infine, l’azienda è costantemente impegnata nel monitoraggio dei livelli di potabilità dell’acqua, che rispettano tutti i parametri previsti e anzi rimangono ben al di sotto dei limiti di legge. Un dato che è stato più volte certificato anche da un ente terzo come l’ARS della Regione Toscana.

In conclusione, c’è chi si riempie la bocca di energie rinnovabili e chi cerca di farle funzionare davvero. Magari parlando poco, ma lavorando tanto giorno dopo giorno.

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