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“La privacy online è morta”, ma per i Millennials non è un problema

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Ogni volta che parliamo di social media o di online marketing, la privacy costituisce un problema. Una nuova ricerca afferma tuttavia che qualcosa sta cambiando: È aumentata la sicurezza online? Non proprio.

Secondo un nuovo sondaggio condotto dalla USC Annenberg Center for the Digital Future and Bovitz Inc., il problema della privacy online suscita anno dopo anno sempre minore preoccupazione. Alla base di questo fenomeno non vi sono nuove ed innovative tecnologie studiate ad hoc affinché internet possa diventare un posto più sicuro, bensì vi è l’inaspettato poco interesse sul tema della privacy da parte dei cosiddetti “Millennials”, ossia le persone nate tra gli anni ottanta e i primi anni duemila, i quali, a differenza delle persone più anziane, non percepiscono il tema della privacy come un problema di particolare rilievo.

Di fronte alla dichiarazione: “A nessuno dovrebbe mai essere consentito di accedere ai miei dati personali o ai miei comportamenti sul web”, il 70% dei Millennials ( di età compresa tra i 18 e i 34), si è dichiarata d’accordo, contro il 77% degli utenti con età superiore ai 34 anni. Il 70% è sicuramente una percentuale alta, ma quel 7% di differenza mostra un cambiamento di mentalità che, molto probabilmente, è destinato a prendere piede in misura sempre maggiore con l’avanzare del tempo.

Se si desidera ottenere le informazioni e recapiti dei Millenials, basterà semplicemente offrire loro qualcosa in cambio, come un coupon o uno sconto particolarmente vantaggioso (51% vs 40%), inoltre, il 56% degli intervistati si è dichiarato disponibile a condividere la propria posizione geografica in cambio di un buono sconto per un attività commerciale in zona.

Questo vale anche per gli annunci pubblicitari personalizzati, il 25% dei Millenials si è dichiarato disponibile a fornire le proprie informazioni personali in cambio di annunci pubblicitari più pertinenti con i propri interessi, mentre per gli over 34 la percentuale scende al 19%.

Insomma, come ha affermato Elaine B. Coleman, direttore amministrativo di media e tecnologie emergenti per Bovitz:

« I Millennials hanno un modo di pensare diverso quando si parla di privacy online. Non è che non si preoccupano di questo tema, ma, piuttosto, percepiscono i social media come un luogo di scambio o un’economia di idee, dove la condivisione comporta la partecipazione in modi intelligenti. I Millennials affermano: “ti darò alcune informazioni personali solo se avrò qualcosa in cambio”, per gli utenti più anziani, invece, la condivisione è una funzione della fiducia: “più mi fido, più sono disposto a condividere”.»

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