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Apple non stupisce più? Ma (in Borsa) AAPL funziona

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AAPL Apple in Borsa
AAPL a Wall Street Apple

Prodotti vs titolo azionario: Apple vs AAPL. I due volti della Mela nell’era Cook con i consumatori in attesa di iWatch, iPhone 6 o un iQualcosa che li stupisca.

C’è Apple e poi c’è AAPL. Cioè c’è la Cupertino che ha conquistato il mondo a colpi di “one more thing” e quella che conquista la Borsa a colpi di titolo in crescita. Ma le due facce dell’azienda guidata da Tim Cook sembrano correre a velocità diverse e questo genera più di qualche interrogativo sia tra gli analisti affezionati a AAPL che tra i fan accaniti di Apple. Perché le due facce della Mela non possono essere separate e se la versione consumer perde colpi, presto o tardi (temono alcuni) anche quella di Wall Street potrebbe risentirne.

L’andamento del titolo AAPL nel 2014 è la storia di una crescita: inizio anno un po’ in sordina – i numeri di Apple sono invidiabili da tutte le big company del mondo anche quando sono ‘bassi’ – sino all’exploit di questi giorni. Ma è interessante confrontare in successione i commenti (sempre entusiastici) di Tim Cook alla presentazione delle trimestrali:

1 trimestre 2014

Fatturato trimestrale: 57,6 miliardi di dollari (54,5 miliardi nel 1Q 2013), utile netto trimestrale: 13,1 miliardi di dollari (13,1 miliardi nel 1Q 2013) pari a 14,50 dollari per azione diluita (13,81 dollari nel 1Q 2013) – AAPL 72,3571

“Siamo molto soddisfatti delle nostre vendite record iPhone e iPad, delle ottime performance dei nostri prodotti Mac e della crescita continua di iTunes, Software e Servizi. Amiamo il fatto di avere i clienti più soddisfatti, fedeli e impegnati, e continuiamo ad investire pesantemente sul nostro futuro per rendere la loro esperienza con i nostri prodotti e servizi ancora migliore”.

2 trimestre 2014

Fatturato trimestrale: 45,6 miliardi di dollari (43,6 miliardi di dollari nel 2Q 2013); utile netto trimestrale di 10,2 miliardi di dollari (9,5 miliardi di dollari nel 2Q 2013), pari a 11,62 dollari per azione diluita (10,09 dollari nel 2Q 2013) – AAPL 81,11

“Siamo molto orgogliosi dei nostri risultati trimestrali, in modo particolare delle forti vendite iPhone e del fatturato record derivante dai servizi. Non vediamo davvero l’ora di introdurre ulteriori nuovi prodotti e servizi che solo Apple potrebbe portare sul mercato.”

3 trimestre 2014

Fatturato trimestrale di 37,4 miliardi di dollari (35,3 miliardi di dollari nel 3Q 2013; utile netto trimestrale di 7,7 miliardi di dollari (6,9 miliardi di dollari nel 3Q 2013), pari a 1,28 dollari per azione diluita (1,07 dollari nel 3Q 2013) – AAPL 97,19

“Il nostro fatturato record per il trimestre di giugno è stato alimentato dalle forti vendite di iPhone e Mac e dalla continua crescita dei ricavi dall’ecosistema Apple, alla base del più alto tasso di crescita del nostro utile per azione in sette trimestri. Siamo incredibilmente entusiasti delle prossime versioni di iOS 8 e OS X Yosemite, così come di altri nuovi prodotti e servizi che non vediamo l’ora di introdurre”.

“Forti vendite di iPhone” e “nuovi prodotti e servizi che non vediamo l’ora di introdurre” sono i mantra del 2014 coronati dal “più alto tasso di crescita del nostro utile per azione in sette trimestri”. Ma come hanno fatto notare in molti dopo la presentazione dei dati del 3Q, il trend di crescita di 5S e 5C che spopolano soprattutto in Asia (su questo ho scritto anche ieri parlando di Hugo Barra e della sfida di Xiaomi a Apple) non copre il calo di iPod e iPad. E tra semplici consumatori e geek, Apple maniaci e analisti gira una domanda insistente: quando arrivano i nuovi prodotti e servizi?

L’attesa per una “one more thing” all’altezza di Cupertino si attacca a qualsiasi mezzo annuncio (vedi ad esempio la diffusione in rete del brevetto dell’iTime, parente prossimo del futuro smart watch) e non sembrano bastare né la Apple Tv con Siri, né iOS 8 o OS X Yosemite né tantomeno l’iMac ‘economico’. Si aspettano piuttosto l’iPhone 6 (settembre 2014?) o l’iWatch (ottobre 2014?) perché il mercato chiede sempre ad Apple la rivoluzione fatta prodotto, non le migliorie di qualcosa che già esiste o le manovre commerciali per aprire nuovi fronti di mercato. Ai consumatori interessa più le Apple che AAPL. Allo storico accordo con IBM per conquistare l’enterprise mobility sfidando in sequenza Android, BlackBerry e Windows Phone preferiscono di gran lunga avere in mano un iQualcosa nuovo-nuovo.

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